LA CLINICA PSICOANALITICA. LACAN OGGI
- Posted by Eva Orlando
- On 14 luglio 2023
APERTURA XIV CONVEGNO EPFCL ITALIA – FPL
“LA CLINICA PSICOANALITICA. LACAN, OGGI”
“La clinica psicoanalitica deve consistere non solo ad interrogare l’analisi, ma ad interrogare gli analisti affinché rendano conto di quello che la loro pratica ha di azzardato e che giustifichi Freud di essere esistito. La clinica psicoanalitica deve aiutarci a relativizzare l’esperienza freudiana[1]”. Con queste parole che troviamo nell’Ouverture Lacan nel 1976 fonda la Sezione Clinica di Parigi VIII.
Diciamo subito che la clinica ha una base ed è quello che si dice in una psicoanalisi e l’esperienza analitica non è altro che stabilire che l’inconscio non lascia nessuna nostra azione fuori dal suo campo. È così che la clinica psicoanalitica si espande a partire da un crocevia fatto di: Parola, Inconscio e Desiderio, significanti sui quali si traccia il campo analitico e sui quali si gioca l’incontro tra analista e analizzante.
È evidente che la clinica non nasce con la scoperta della psicoanalisi, ma quel che è certo è che grazie a questa scoperta si sancisce un passaggio: dall’archeologia dello sguardo medico alla clinica dell’ascolto. La Talking cure di scoperta freudiana di fatto fa compiere un viraggio al sintomo che da semeiotica del segno della malattia diventa enigma per il soggetto, punto di domanda per il soggetto, soggetto dell’inconscio che si interroga con il suo dire perché sente che qualcosa non va nella sua esistenza e domanda cambiamento.
Il nostro è il campo di una clinica del desiderio e di una clinica sotto transfert che parla al caso per caso. Il sintomo non più segno d’organo, ma evento di corpo – dirà Lacan–sta lì ad interrogare il soggetto nella particolarità e singolarità del suo godimento.
La clinica lacaniana non disgiunta dalla pratica messa in atto è essa stessa clinica del: Transfert, del Desiderio, del Taglio, del Godimento, assi delle tavole rotonde sui quali lavoreremo in queste giornate. Giornate alle quali abbiamo dato un titolo fortemente voluto dal Consiglio di Orientamento di FPL che aggiunge alla Clinica Psicoanalitica un punto di domanda che rilancia l’attualità di Lacan: Lacan, oggi? Punto di domanda che interroga la nostra comunità di analisti e di clinici in formazione analitica nei contesti istituzionali e pubblici, sfidando il disco rotto del discorso corrente e rendendo omaggio all’attualità di Lacan a poco più di 40 anni dalla sua morte.
E dunque, perché Lacan, oggi?
Lacan a più riprese parlando in francese usa il termine une-bèvue (svista, equivoco) che è omofono di Unbewusst inconscio in lingua tedesca, lingua di Freud. E non c’è niente di più difficile che cogliere questo tratto della svista con l’inconscio perché il cuore della clinica non è la comprensione. Anzi, Lacan ci avverte: se comprendete non comprendete, volendo indicare che se si attribuisce senso alla parola dell’analizzante ci sfuggirà sempre qualcosa e non staremmo analizzando, ma facendo altro. Proprio perché l’inconscio si coglie nella svista che il soggetto produce ancor prima di darle un senso. È a partire da queste basi che si può cogliere perché la psicoanalisi non è una terapia come tutte le altre: “La rubrica delle varianti non vuol dire né l’adattamento della cura alle varietà dei casi, né il riferimento alle variabili in cui il campo della psicoanalisi si differenzia[2]”. La psicoanalisi è la cura che ci si aspetta da uno psicoanalista[3], formula esemplificativa che puntualizza che al centro della psicoanalisi c’è non a caso la cura. Cura e non guarigione o rimedio. Cura che nell’eco della favola latina di Igino dà forma all’uomo con del fango e se Giove gli dona il soffio vitale, l’esistenza intera dell’uomo sarà appunto custodita dalla Cura. Cura che come riporta il suo etimo: con il cuore scalda…diviene l’essere dell’esserci perché è essa che muove i nostri passi…
Nell’affiche della locandina di presentazione del Convegno abbiamo scelto un’istallazione di Lucio Fontana: Struttura al neon per la IX Triennale di Milano (1951). Un arabesco di luce fluorescente che scarabocchia qualcosa in una traccia che cerca la sua forma. Fontana artista dei tagli, dei buchi, delle fessure, con i suoi tagli metaforizza lo spazio dell’altrove perché il taglio incide la cosa e la apre ad uno spazio altro che può equivalere nei nostri termini ai giri del detto. Evocativo questo scarabocchio di come nel campo dell’inconscio i giri del detto circoscrivano l’impossibile a dirsi, che non cessa di non scriversi. E dunque l’originalità che per noi è l’osso della clinica psicoanalitica lacaniana è di fare posto, dando un posto a quello che non si può dire: questo impossibile a dirsi che è vicino all’impossibile a tramettere a cui Lacan offre una nuova scrittura che tiene conto del reale. Con la scrittura topologica sorge una nuova dimensione, lo spazio che fa apparire la lettera nelle tre dimensioni: Simbolico – Immaginario e Reale. Ed è così che il nodo borromeo diventa scrittura di un luogo che è il reale del corpo spesso segnato da un impossibile da sopportare che è intrasmissibile, ma che al tempo stesso marca il desiderio di trasmettere. Squarci di reale che passano nel dire perché se come indica Lacan in …Ou pire: “La psicoanalisi è un dispositivo di un reale che tocca il reale” e la vera questione per ciascuno di noi è: “Dove sono io nel dire[4]?”
Ciascuno con il suo stile, con il suo discorso, con i suoi sforzi, rende possibile che la psicoanalisi nella sua specificità resti vivente perché marca qualcosa di straordinariamente vivo dell’incontro tra l’analista messo alla prova nella sua pratica e il soggetto preso nella sua singolarità.
A partire da questa premesse a nome della Segreteria Forum e della Commissione Scuola vi diamo il benvenuto al XIV Convegno Nazionale Forum Psicoanalitico Lacaniano.
Con il piacere di ospitare Anita Izcovich è psicoanalista, membro dell’Internazionale dei Forum del Campo lacaniano e della sua Scuola di psicoanalisi. Ha insegnato al Dipartimento di Psicoanalisi all’Università Parigi VIII. Insegna attualmente al Collegio di clinica psicoanalitica di Parigi, ed esercita la psicoanalisi a Parigi.
Luis Izcovich è psicoanalista, psichiatra di formazione e Dottore in Psicoanalisi (Paris VIII). Membro dell’Internazionale dei Forum del Campo lacaniano e della sua Scuola di psicoanalisiEPFCL di cui è uno dei membri fondatori, ha insegnato al Dipartimento di Psicoanalisi dell’Università di Paris VIII, insegna attualmente al Collegio di clinica psicoanalitica di Parigi, ed esercita la psicoanalisi a Parigi.
Tre tavole rotonde: I Attualità della clinica sotto transfert
II Clinica del desiderio e contesti limite: la scommessa lacaniana
III La clinica dell’in-separabile, il taglio del sintomo
La giornata di domani sarà dedicata alla Scuola e avrà come titolo “Effetti di gruppo…effetti di discorso”.
NAPOLI, 12 NOVEMBRE 2022
[1] Lacan J., (1977), Ouverture de la Section Clinique in Ornicar? N°9, pp.7-14.
[2] Lacan J., (1966), “Varianti della cura-tipo” in Scritti Vol.I,Einaudi, Torino, 2002, pag.318.
[3] Lacan J., (1966), ibidem, pag.323.
[4] Lacan J., (1971-1972), Il Seminario Libro XIX …o peggio, Einaudi, Torino, 2020, pag. 231.
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